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domenica 25 aprile 2010

I camperisti...

Sono stato ospite sul camper da mia sorella e mio cognato. Una coppia affiatata che si sa godere la vita senza troppo chiasso. Tutto è nato per caso, loro erano al mare, io quel week end avevo mia figlia e sentiti per telefono ci hanno invitati.
Partiti il giorno stesso nel tardo pomeriggio, dopo un avventuroso tragitto nell'entroterra ligure, guidati dal mio navigatore che scrupoloso ci faceva fare il percorso più breve, ignorando che in alcuni casi la strada era solo buona per i muli, a condizione non soffrissero di vertigini, li abbiamo raggiunti .  La, ho avuto occasione di scoprire un popolo nuovo,
 di cui ignoravo l'esistenza ,o meglio ne avevo sentito parlare, ma mai come oggi voglio fare io, cioè riconoscendogli quelle caratteristiche che  "Nella Dichiarazione Universale dei Diritti Collettivi dei Popoli (CONSEU - Barcellona, 27 maggio 1990)", fanno si che "Ogni collettività umana avente un riferimento comune ad una propria cultura e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato (...) costituisce un popolo." (ndr "Da Wikipedia, l'enciclopedia libera").Ho cosi scoperto il popolo dei camperisti...Una fiumana di Uomini e Donne, festanti, multicolori, che attraverso il camper ritornano alle origini.
Sto volutamente enfatizzando e dipingendo queste genti con toni da romanzo picaresco, ma mi hanno veramente colpito e incuriosito. Non tanto per le motivazioni per cui uno può decidere di comprarsi un camper: desiderio di viaggiare in piena autonomia, amante del contatto con la natura, spirito di avventura , ecc... Ma per per come il camper lo vivono.
Queste persone, che magari in città non conoscono il vicino con cui condividono il pianerottolo di casa,  nel camper riscoprono valori come: solidarietà, condivisione, amicizia, tolleranza, lealtà.
Rispolverano quell'ordine sociale dove la Donna si dedica ai lavori di casa e accudisce i bimbi, mentre l'uomo: organizza la zona circostante al camper, si preoccupa che alla sua tribù non manchi nulla e intreccia relazioni sociali.
Ho visto gente che in apparenza non si conosceva, unire tavole e dividere a pranzo  il cibo. Donne con con volti visibilmente stanchi , cucinare, apparecchiare, servire e  tutto sempre con un occhio attento ai bimbi ,che iperattivi non danno tregua. Le ho osservate poi sparecchiare mettere stoviglie nelle bacinelle e poi andare alla fonte a lavare e poi dividersi , forchette cucchiai e piatti...Tutto sempre con un sorriso...Mentre gli uomini , soddisfatti , si attardavano sui seggiolini e scherzavano a gran voce. Miracolo del camper, oppure condizionamento dell'ambiente circostante? L'aria aperta fa questo effetto?? In città , senza il camper non è cosi!!
Questa esperienza mi ha fatto riflettere e indotto  a cercare sempre su wikipedia il significato di casa.  La cosa più interessante che ho trovato  è il valore attribuito alla casa in psicologia & nelle scienze sociali, riporto testualmente : "Infatti, ad un livello psicologico profondo, la casa va a costituirsi come le fondamenta stesse della vita psichica di un individuo, per cui "essere a casa" equivale a "essere integri a livello psicologico". (...) "«la casa non è soltanto un luogo, ma anche il fascio di sentimenti associato a esso.» Ed essendo, inoltre, il posto dove gli opposti vengono fatti coesistere e dove sono mantenuti in equilibrio, ovvero contenuti, la "casa" va a definirsi come la matrice stessa della soggettività. L'azione simbolica realizzata dalla "casa" sulla vita psichica degli individui si riflette anche su quella sociale, andando a rappresentare un costrutto chiave che riunisce, e in parte sovrappone, tre campi: oltre che quello intrapsichico, anche quello interpersonale e quello sociopolitico." . Quindi se la casa è il crocevia di soggettività & vita sociale e il camper, diventa il mezzo per connettere questi valori con la vita libera, viene da pensare che in quel contesto, l'uomo e la donna si esprimano sollevati da quei condizionamenti introdotti dalla modernità. Continuando nel ragionamento, parrebbe venire fuori una :Donna spontaneamente servizievole, in secondo piano nella vita sociale e ordinatrice all'interno della famiglia. Mentre l'uomo in habitat meno tecnologico, fa valere le sue caratteristiche più intrinseche, banalmente la sua "praticità" ,per tornare ad essumere un ruolo da protagonista verso l'esterno...
Ma possibile che basta un camper per azzerrare :il movimento femminista, l'emancipazione della donna, la pillola, il divorzio ?E abbattere quella diffidenza che potrebbe esserci nei confronti di uno sconoscito?? :-) Sto estremizzando e sono convinto di essere arrivato a una conclusione errata. Probabile che per i soli giorni del soggiorno nel camper certi schemi vengano interpretate in modo meno rigido, non ci sia la voglia di puntuallizzare almeno in vacanza e quindi, come conseguenza si è tutti più accomondanti.
W il camper!!!





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