Ancora sul 13 Febbraio

Movimento "se non ora quando" atto 2°.

Peccato, gli individualismi hanno preso il sopravvento. Anche se era apolitico, apartitico, a_ciòchepiùdesiderate, coerente con le migliori tradizioni della più genuina sinistra che fatto qualche cosa di buono, il giorno dopo si mette a litigare , il movimento se non ora quando, si è diviso in mille distinguo. Rispetto molto i valori e i sentimenti che hanno animato la piazza, li giudico onesti e genuini: il 13 Febbraio ero li.

Ogni persona che è intervenuta, lo ha fatto portando il suo punto di vista personale, contribuendo ad arricchire di idee e di passione il movimento stesso. Ma fino a quando chi dirige non saprà declinare con la realtà, le diversità che dovrebbero costituire una ricchezza  facendo all’occorrenza anche un passo indietro, il movimento rimarrà sempre al palo a discutere

E difatti questo è successo.

War again!!

E’ noto : le guerre sono state fatte e credo si faranno, sempre per ragioni economiche, almeno nei tempi recenti; in passato alcune volte, sono state fatte per le Donne. Non mi stupisce che una nazione prima di impegnarsi in una campagna che comporta dei rischi, faccia un’accurata analisi tra costi e ricavi. Nel caso specifico della Libia, l’applicazione di questa logica è resa ancor più evidente in quanto: la coalizione interviene per bloccare una rivolta sfociata in guerra civile, quindi un fatto interno a tutti gli effetti, e in un paese ricco di pozzi di petrolio e giacimenti di gas.

Oggi sul campo di battaglia vedo: la coalizione che appoggia i rivoltosi; i rivoltosi , ed entrambi uniti, contro le truppe di Gheddafi . Sotto di tutti : il popolo Libico.
Impossibile determinare correttamente dove stia la volontà popolare.

Le informazioni che riceviamo dai media ufficiali sono certamente inquinate da una propaganda che tende a giustificare il gesto e a rassicurarci su uno scontato epilogo, quelle che recuperiamo dalle fonti alternative, dobbiamo spogliarle dell’antiamericanismo di cui sono pregne e cogliere il buono che portano con se. In questo scenario, ho timore che il campo di battaglia si possa estendere, qualora Gheddafi dovesse invocare la guerra santa a difesa dei suoi interessi e rendere ogni epilogo meno scontato.

Per dare un senso alle mie elucubrazioni e per completare lo scenario di guerra, metterei in tribuna, il popolo delle nazioni ricche schierate a fianco dei rivoltosi, cioè noi . Penso che dobbiamo prendere coscienza che il nostro benessere poggia anche su queste sofferenze. Riflettere cosa c’è dietro a ogni pieno di carburante, riflettere quando in banca si investe nei derivati . Non voglio fare della demagogia, ma sottolineare quel legame stretto tra guerra ed economia. Certamente acquisendo consapevolezza, avremo più ragioni per diventare dei consumatori parsimoniosi e maturi, costruendo una società meno vorace di risorse .