"Finalmente è arrivata l'ora di tornare a casa... Un'altra giornata di lavoro che mi lascio alle spalle. Attendevo questo momento da quando varcato l'ingresso, ho salutato il centralinista in portineria... Sono le 7 di sera, è buio da un pezzo e fa freddo. 12 ore che sono in piedi, che passo da un lavoro all'altro senza sosta, senza che qualcuno si curi del troppo che ho da fare, senza un grazie. Presa in giro da un mediocre, che si fa chiamare capo, incapace di un pensiero verso gli altri. Ho lo schifo, che mi sale dal profondo ...
Un leggero mal di testa mi accompagna dalla mattina e a quanto pare, ha tutta l'intenzione di affliggermi, sino a che esausta ,non crollerò nel letto.
Spero che il panettiere abbia ancora pane, uff... Ho dimenticato di avvisare il collega delle spedizioni, ma come posso fare tutto? Vabbè, ci penserò domani. Sono spossata, non ne posso più di questa vita, il mio organismo si ribella. Ho bisogno di ferie, ma purtroppo me le hanno già fatte fare tutte.
Anche ora che ho finito, ho la testa piena zeppa di pensieri, non riesco mai a staccare completamente, mi prenderò un esaurimento. Devo tenere duro, rischio che mi lascino a casa: anche se un giorno lavoro sino a tardi e il giorno dopo sono in cassa integrazione sono fortunata, altri hanno perso il lavoro da tempo e non hanno di che pagare il mutuo o le rate della macchina."
Quanto scritto, non è tratto da un racconto di quando i lavoratori non avevano diritti, ma sono i pensieri che raccolgo dagli amici che mi circondano. Testimonianze dei giorni nostri .
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